PREVENZIONE DOPO I 60 ANNI
Prevenzione dopo i 60 anni
Un tempo una donna di 60 anni era considerata già anziana, ma le sessantenni di oggi sono attive, belle, intraprendenti e piene di vita.
È quindi ovvio che anche la medicina si sia adeguata a questi cambiamenti sociali positivi, estendendo le misure di prevenzione dei tumori femminili anche alle fasce di età più avanzate.
Poiché sono anche gli anni nei quali è più frequente che compaiano tumori, la diagnosi precoce assume una rilevanza ancora maggiore che in precedenza. Le visite, i controlli, il Pap-test e la mammografia rimangono strumenti indispensabili di contenimento del disturbo: un tumore diagnosticato nelle fasi iniziali, anche in una persona molto anziana, può essere curato efficacemente senza lasciare sequele dolorose.
Pap-test – Utero
Il Pap-test è un esame veloce (dura solo qualche minuto) e poco invasivo che permette di riconoscere le cellule che precedono l’insorgenza di un tumore o di identificare la presenza di un tumore della cervice uterina e del collo dell’utero in fase molto precoce.
La prevenzione legata al Pap-test deve continuare senza interruzione e con cadenza regolare (ogni due-tre anni in caso di risultati negativi) fino ai 70 anni di età. Nel caso di risultati anomali, o su precisa indicazione del ginecologo, la frequenza dei controlli potrebbe anche aumentare oppure venire associata ad altri esami più specifici.
Gli esperti non hanno ancora raggiunto un accordo per quanto riguarda il proseguimento dei controlli una volta raggiunti i 70 anni. Secondo alcuni studiosi, infatti, dopo i 70 anni, in assenza di rapporti sessuali e di risultati anomali del test negli anni precedenti, non è più necessario sottoporsi al Pap-test, mentre altri esperti propongono un atteggiamento più prudente: continuare i controlli allungando leggermente l’intervallo di tempo tra un esame e il successivo
HPV – Utero
L’HPV test è un esame veloce e indolore che consente di individuare la presenza del DNA del virus del papilloma umano (HPV) nelle cellule della cervice uterina. È un esame molto importante dal momento che tale virus, presente in circa 100 varianti (ceppi), è considerato uno dei maggiori responsabili delle lesioni sia benigne (conditomi, papillomi, eccetera) sia maligne (tumori) della cervice.
Dal momento che la fascia di età più colpita da questa infezione, che si trasmette per via sessuale, è quella compresa tra i 20 e i 25 anni e il rischio diminuisce con l’avanzare dell’età, si potrebbe pensare che dopo i 60 anni non sia più così importante fare controlli. In realtà, anche se l’attività sessuale in questa fascia di età risulta diminuita, è buona norma continuare con il controllo periodico del Pap-test da completare eventualmente anche con l’HPV test.
Quest’ultimo esame, infatti, viene prescritto solo in caso di risultato anomalo del Pap-test che resta il principale strumento di controllo e diagnosi precoce delle patologie dell’utero.
Visita ginecologica – Ovaio, Utero, Endometrio
Ogni donna dovrebbe sottoporsi con regolarità e con cadenza annuale a una visita ginecologica anche in assenza di particolari problemi o sintomi.
Con questa semplice visita è infatti possibile prevenire molti disturbi legati alla sfera ginecologica.
Dopo i 60 anni aumenta il rischio di molti tumori femminili, in particolare quello dell’ovaio, dell’endometrio e della vulva. Per questo motivo è molto importante non interrompere i controlli ginecologici e integrare la visita con una ecografia pelvica, strumento di diagnosi molto importante.
Con il passare degli anni, inoltre, la struttura degli organi genitali subisce delle trasformazioni che possono dare luogo a fastidiosi disturbi come la secchezza vaginale. Il ginecologo è in grado di valutare al meglio la situazione e di consigliare dei rimedi efficaci per ottenere sollievo, evitando anche l’insorgenza delle infezioni favorite proprio dalla condizione di secchezza della vagina e dalle modificazioni di pH alle quali l’organo va incontro.
Ecografia addominale – Ovaio, Endometrio
L’ecografia addominale è un esame del tutto indolore che permette di valutare forma e dimensioni degli organi interni dell’addome grazie all’utilizzo di particolari onde, gli ultrasuoni.
In campo oncologico questo esame è molto utilizzato anche a scopo diagnostico poiché il tessuto tumorale in genere ha una densità diversa rispetto a quello sano e, di conseguenza, è ben visibile con l’ecografia.
In particolare, con l’ecografia addominale si possono valutare forma e dimensione dell’ovaio, rilevando eventuali cisti o problemi di tipo anatomico, dell’utero e del fegato (spesso sede di metastasi) ed è possibile inoltre evidenziare l’accumulo di liquido nell’addome che potrebbe indicare la presenza di un tumore.
Non esistono indicazioni precise sulla frequenza con la quale eseguire controlli ecografici. In genere nel corso della visita ginecologica annuale il medico effettua anche un’ecografia, oppure l’esame viene prescritto in casi particolari per tenere sotto controllo una situazione poco chiara o per seguire il decorso della malattia dopo un trattamento farmacologico o chirurgico.
Visita senologica – Seno
La visita senologica consiste nell’esame clinico completo del seno da parte di un medico specializzato, è una metodica semplice e indolore che viene effettuata nello studio del medico senza l’ausilio di particolari strumenti.
Questo tipo di valutazione da sola non è in genere sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile per chiarire situazioni un po’ sospette e poco chiare.
Anche dopo i 60 anni la visita senologica deve essere effettuata con regolarità ogni anno.
A questa visita deve essere affiancata anche la mammografia e, in alcuni casi particolari, possono essere utilizzati anche altri strumenti per la diagnosi, come, per esempio, la risonanza magnetica.
Esami strumentali – Seno
Per la diagnosi precoce del tumore del seno le donne dispongono di strumenti molto efficaci primo tra tutti la mammografia, affiancata da altri esami quali per esempio, l’ecografia e la risonanza magnetica. Rispetto al passato oggi sono aumentati i casi di tumore del seno, ma la mortalità è in continua diminuzione e questo risultato è in parte dovuto allo sviluppo di tecniche molto sensibili che permettono di individuare un tumore ancora molto piccolo e quindi più facilmente curabile in modo definitivo.
È importante però scegliere il giusto strumento di prevenzione. Anche dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è importante e nel caso del tumore del seno lo è ancora di più dal momento tra i 50 e i 70 anni il rischio di sviluppare questo tumore raggiunge il suo massimo.
Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni (alcuni anche ogni anno) almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e, grazie ai continui progressi farmacologici e chirurgici, si possono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane.
Autopalpazione – Seno
L’autopalpazione è un esame che permette alla donna di conoscere profondamente l’aspetto e la struttura normale del proprio seno e quindi di poter cogliere precocemente qualsiasi cambiamento. In particolare, l’esame si svolge in due fasi: l’osservazione, che permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo, e la palpazione che invece può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c’erano.
Dopo i 60 anni l’esame può essere effettuato una volta al mese poiché il picco di incidenza (numero di nuovi casi) del tumore del seno si colloca proprio tra i 65 e i 70 anni. Nell’eseguire l’autopalpazione le donne oltre i 60 devono tener conto delle trasformazioni che il seno subisce dopo la menopausa: si perde infatti parte del tessuto ghiandolare e si assiste a modificazioni nella forma e nella struttura.
L’autopalpazione dopo i 60 anni dovrebbe essere affiancata a visite senologiche ed esami strumentali più precisi, come la mammografia, eseguiti con regolarità e costanza.
Stili di vita – Seno, Ovaio, Utero, Endometrio
Gli esami di controllo periodici sono importanti per la prevenzione del cancro, ma anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi.
In particolare si calcola che adottare sane abitudini possa evitare la comparsa di un cancro su tre.
Le regole da adottare per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione sono molto semplici e riguardano in modo particolare l’alimentazione, l’esercizio fisico e le cosiddette abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol.
Non c’è limite di età per seguire uno stile di vita salutare. Anche dopo i 60 anni è importante fare attenzione a ciò che si mangia e fare esercizio fisico. Vanno bene passeggiate di 30 minuti e discipline come lo yoga che aiutano a migliorare l’equilibrio.
Ormoni – Seno, Ovaio, Utero, Endometrio
Non si può parlare di tumori femminili senza parlare di ormoni. Gli ormoni e in particolare gli estrogeni, giocano infatti un ruolo fondamentale nel regolare tutti i processi legati alla fertilità e possono influenzare il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Tutto comincia con il primo ciclo mestruale che determina profondi cambiamenti mensili nel corso del periodo fertile e fino all’avvento della menopausa che instaura nuovi equilibri.
Ogni fase della vita della donna è dunque caratterizzata da un preciso quadro ormonale e quindi anche il rischio di tumore cambia con l’età.
Dopo i 60 anni l’organismo femminile non è più soggetto alle variazioni ormonali mensili tipiche del periodo fertile, dal momento che con l’arrivo della menopausa le ovaie smettono di funzionare: le donne, in questa fascia di età, sono quindi meno esposte all’azione degli estrogeni. Per contrastare gli effetti negativi della menopausa (vampate di calore, osteoporosi eccetera) viene spesso utilizzata la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni che è, però, un fattore di rischio per alcuni tumori come quello del seno, specie se assunta per periodi prolungati (oltre cinque anni).
Test genetici – Seno, Ovaio
La maggior parte dei tumori è di origine sporadica, ovvero si manifesta senza nessun tipo di legame con la trasmissione ereditaria dei geni, ma in alcuni casi (non più del 10% di tutti i tumori) si può parlare anche di cancro “ereditario”, ovvero legato alla trasmissione da parte dei genitori di un gene mutato.
Partendo da questo presupposto, e grazie ai continui progressi nel campo della ricerca oncologica e della biologia molecolare, è stato possibile mettere a punto diversi test genetici, ovvero metodiche molto complesse che sono in grado di valutare il rischio di tumore sulla base del corredo genetico.
Non per tutti i tumori esistono test genetici: è infatti necessario, per poter disporre di uno di questi test, che sia stato identificato un preciso gene coinvolto nello sviluppo del cancro, e che sia stata anche identificata la mutazione “cattiva” che potrebbe innescare il processo di trasformazione della cellula in senso tumorale.
Il test genetico non è dunque uno strumento di prevenzione nel senso classico del termine, ma si limita a fornire informazioni sul rischio di ammalarsi di tumore nel corso della vita. Deve essere svolto solo in caso di reale necessità, dopo una consulenza con il medico genetista.