PREVENZIONE TRA I 50 E I 60 ANNI
Prevenzione tra 50 e 60 anni
Dopo i 50 anni si verifica un picco di incidenza dei tumori femminili. Questo non significa che non si possa più fare prevenzione, anzi. Diventa ancor più importante la visita ginecologica, il Pap-test ed è anche opportuno iniziare a fare la mammografia.
L’attività fisica consente di mantenere un corpo giovane ed elastico e un sistema cardiovascolare efficiente.
Questo decennio è anche quello durante il quale, più comunemente, si verifica la menopausa, un cambiamento importante per il corpo femminile, che va seguito con l’aiuto di un medico esperto.
Contrariamente a quanto molte donne pensano, la menopausa non è un momento drammatico, ma solo una modificazione degli equilibri che, se sostenuta da adeguati interventi e stili di vita, può essere superata senza troppi disturbi.
Pap-test – Utero
Il Pap-test è un esame veloce (dura solo qualche minuto) e poco invasivo che permette di riconoscere le cellule che precedono l’insorgenza di un tumore o di identificare la presenza di un tumore della cervice uterina e del collo dell’utero in fase molto precoce.
Il periodo compreso tra i 50 e i 60 anni di età costituisce una fase cruciale per la donna che conclude il proprio periodo fertile con il sopraggiungere della menopausa (in genere attorno ai 50-52 anni). A maggior ragione, dunque, in questa fascia di età il Pap-test deve essere eseguito con cadenza regolare (ogni due-tre anni) poiché presenta il doppio vantaggio di prevenire il tumore della cervice uterina e di tenere sotto controllo la situazione ormonale nel complesso passaggio che porta alla menopausa.
Nel caso di risultati anomali, o su precisa indicazione del ginecologo, la frequenza dei controlli potrebbe anche aumentare e diventare, per esempio, annuale oppure essere associata a esami più specifici come l’HPV test che permette di individuare la presenza del virus del papilloma.
HPV – Utero
L’HPV test è un esame veloce e indolore che consente di individuare la presenza del DNA del virus del papilloma umano (HPV) nelle cellule della cervice uterina. È un esame molto importante dal momento che tale virus, presente in circa 100 varianti (ceppi), è considerato uno dei maggiori responsabili delle lesioni sia benigne (conditomi, papillomi eccetera) sia maligne (tumori) della cervice.
Il rischio di contrarre l’infezione diminuisce con l’avanzare dell’età e oggi l’esame per individuare il DNA dell’HPV viene prescritto solo in caso di risultato anomalo del Pap-test, che resta il principale strumento di controllo e diagnosi precoce delle patologie dell’utero anche nelle donne che hanno superato i 50 anni.
Le donne tra i 50 e i 60 anni dovrebbero quindi continuare a sottoporsi regolarmente al Pap-test (ogni due o tre anni) che potrà essere completato con l’HPV test, ma solo in situazioni particolari e su suggerimento del medico.
Visita ginecologica – Ovaio, Utero, Endometrio
Ogni donna dovrebbe sottoporsi con regolarità e con cadenza annuale a una visita ginecologica anche in assenza di particolari problemi o sintomi.
Con questa semplice visita è infatti possibile prevenire molti disturbi legati alla sfera ginecologica.
La fascia di età compresa tra i 50 e i 60 anni rappresenta un periodo particolarmente delicato nella vita di una donna poiché l’arrivo della menopausa segna la fine dell’età riproduttiva.
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Oltre a fornire consigli e chiarimenti dal punto di vista psicologico su questo importante passaggio, il ginecologo è in grado di valutare che tutto proceda in modo corretto dal punto di vista fisico e di fornire gli strumenti più adatti per affrontare la menopausa in modo sereno, limitandone gli effetti fastidiosi.
Anche dopo i 50 anni l’ecografia è un utile strumento diagnostico e di prevenzione. In particolare l’ecografia pelvica è utile per valutare lo stato degli organi riproduttivi, mentre quella transvaginale serve anche per determinare lo spessore della parete uterina.
Ecografia addominale – Ovaio, Endometrio
L’ecografia addominale è un esame del tutto indolore che permette di valutare forma e dimensioni degli organi interni dell’addome grazie all’utilizzo di particolari onde, gli ultrasuoni.
In campo oncologico questo esame è molto utilizzato anche a scopo diagnostico poiché il tessuto tumorale in genere ha una densità diversa rispetto a quello sano e, di conseguenza, è ben visibile con l’ecografia.
In particolare, con l’ecografia addominale si possono valutare forma e dimensione dell’ovaio, rilevando eventuali cisti o problemi di tipo anatomico, dell’utero e del fegato (spesso sede di metastasi) ed è possibile inoltre evidenziare l’accumulo di liquido nell’addome che potrebbe indicare la presenza di un tumore.
Non esistono indicazioni precise sulla frequenza con la quale eseguire controlli ecografici. In genere nel corso della visita ginecologica annuale il medico effettua anche un’ecografia, oppure l’esame viene prescritto in casi particolari per tenere sotto controllo una situazione poco chiara o per seguire il decorso della malattia dopo un trattamento farmacologico o chirurgico.
Visita senologica – Seno
La visita senologica consiste nell’esame clinico completo del seno da parte di un medico specializzato, è una metodica semplice e indolore che viene effettuata nello studio del medico senza l’ausilio di particolari strumenti.
Questo tipo di valutazione da sola non è in genere sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile per chiarire situazioni un po’ sospette e poco chiare.
Tra i 50 e i 60 anni la visita del seno deve essere effettuata con regolarità ogni anno.
A questa visita dovrà essere affiancata anche la mammografia e, in alcuni casi particolari, possono essere utilizzati anche altri strumenti per la diagnosi, come, per esempio, la risonanza magnetica.
Esami strumentali – Seno
Per la diagnosi precoce del tumore del seno le donne dispongono di strumenti molto efficaci primo tra tutti la mammografia, affiancata da altri esami quali, per esempio, l’ecografia e la risonanza magnetica.
Rispetto al passato oggi sono aumentati i casi di tumore del seno, ma la mortalità è in continua diminuzione e questo risultato è in parte dovuto allo sviluppo di tecniche molto sensibili che permettono di individuare un tumore ancora molto piccolo e quindi più facilmente curabile in modo definitivo.
È importante però scegliere il giusto strumento di prevenzione. Tra i 50 e i 60 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto, di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico ogni anno.
In base ai risultati di molti studi clinici, la mammografia risulta essere l’esame più efficace per la diagnosi precoce del tumore del seno dopo i 50 anni.
Autopalpazione – Seno
L’autopalpazione è un esame che permette alla donna di conoscere profondamente l’aspetto e la struttura normale del proprio seno e quindi di poter cogliere precocemente qualsiasi cambiamento.
In particolare, l’esame si svolge in due fasi: l’osservazione, che permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo, e la palpazione che invece può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c’erano.
Tra i 40 e i 50 anni l’incidenza (cioè il numero di nuovi casi) del tumore del seno aumenta in modo rapido e costante, quindi le donne in questa fascia di età non possono rinunciare alla prevenzione che parte già con l’autopalpazione.
Questo esame però da solo non basta: deve essere abbinato, quando arriva l’età consigliata, a visite senologiche ed esami strumentali più precisi come ecografia o mammografia.
Stili di vita – Seno, Ovaio, Utero, Endometrio
Gli esami di controllo periodici sono importanti per la prevenzione del cancro, ma anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi.
In particolare si calcola che adottare sane abitudini possa evitare la comparsa di un cancro su tre. Le regole da adottare per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione sono molto semplici e riguardano in modo particolare l’alimentazione, l’esercizio fisico e le cosiddette abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol.
I ritmi imposti dalla vita moderna sembrano spesso incompatibili con i consigli degli esperti, ma in realtà non è necessario sconvolgere le proprie abitudini. Basta porre un po’ di attenzione a ciò che si mangia e cercare di non condurre una vita troppo sedentaria. Dopo i 50 anni bisogna prediligere cibi sani, privi di grassi e magari ricchi in fitoestrogeni (per esempio la soia) per aiutare a contrastare i sintomi della menopausa, e scegliere attività fisiche per migliorare equilibrio ed elasticità di muscoli e articolazioni.
Ormoni – Seno, Ovaio, Utero, Endometrio
Non si può parlare di tumori femminili senza parlare di ormoni. Gli ormoni, e in particolare gli estrogeni, giocano infatti un ruolo fondamentale nel regolare tutti i processi legati alla fertilità e possono influenzare il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Tutto comincia con il primo ciclo mestruale, che determina profondi cambiamenti mensili nel corso del periodo fertile e fino all’avvento della menopausa che instaura nuovi equilibri. Ogni fase della vita della donna è dunque caratterizzata da un preciso quadro ormonale e quindi anche il rischio di tumore cambia con l’età.
La fascia di età compresa tra i 50 e i 60 anni è in genere caratterizzata dall’inizio della menopausa, un vero e proprio terremoto dal punto vista ormonale: le ovaie smettono di produrre ormoni e quindi l’organismo è meno esposto all’azione degli estrogeni.
L’utilizzo di terapie ormonali sostitutive dopo la menopausa non aumenta il rischio di tumore se la pillola contiene estrogeni e progesterone, mentre se in passato si sono usati farmaci che contenevano solo estrogeni (oggi non più in uso) potrebbe aumentare il rischio per alcuni tumori come quello del seno, anche se l’utilizzo per non più di cinque anni sembra accettabile in base agli studi attualmente disponibili.
Test genetici – Seno, Ovaio
La maggior parte dei tumori è di origine sporadica, ovvero si manifesta senza nessun tipo di legame con la trasmissione ereditaria dei geni, ma in alcuni casi (non più del 10% di tutti i tumori) si può parlare anche di cancro “ereditario”, ovvero legato alla trasmissione da parte dei genitori di un gene mutato.
Partendo da questo presupposto, e grazie ai continui progressi nel campo della ricerca oncologica e della biologia molecolare, è stato possibile mettere a punto diversi test genetici, ovvero metodiche molto complesse che sono in grado di valutare il rischio di tumore sulla base del corredo genetico.
Non per tutti i tumori esistono test genetici: è infatti necessario, per poter disporre di uno di questi test, che sia stato identificato un preciso gene coinvolto nello sviluppo del cancro, e che sia stata anche identificata la mutazione “cattiva” che potrebbe innescare il processo di trasformazione della cellula in senso tumorale.
Il test genetico non è dunque uno strumento di prevenzione nel senso classico del termine, ma si limita a fornire informazioni sul rischio di ammalarsi di tumore nel corso della vita. Deve essere svolto solo in caso di reale necessità, dopo una consulenza con il medico genetista.